È quasi superfluo fare presente quanto il caffè abbia significato e significhi per tutti noi. È molto interessante, piuttosto, rilevare come un prodotto così comune e così di tutti possa influire tanto sulla vita lavorativa e sugli spazi nella quale questa si declina. L’ufficio del futuro sarà legato a dinamiche differenti rispetto a quelle attuali e il caffè potrebbe esserne sorprendente motore di innovazione.
Oramai non è più un segreto la misura nella quale il caffè intervenga comunemente sull’attivazione del cervello, sulla rigenerazione della concentrazione e di tutto ciò che serve a farci sentire – per così dire – sul pezzo.
Come tradizione insegna, il caffè è una bevanda che viene presa al risveglio, quando c’è bisogno dello sprint di metà mattinata o dopo i pasti (per evitare la sonnolenza). Ciò che si supponeva nella saggezza popolare è ormai assodato, al punto che una ricognizione a opera dell’Institute For Scientific Information On Coffee lo testimonia ampiamente.
Una breve storia del Work Café
Nell’immaginario comune il caffè ha sempre costituito un fortissimo collante sociale: l’espressione “pausa caffè” è entrata nelle lingue di tutto il mondo. L’origine però del link che intreccia il ruolo del caffè e le modalità di fruizione in società viene da molto lontano.
La prima coffehouse – quello che noi associamo al bar, con focus sul consumo di caffè – venne aperta a Londra nel 1652, da parte di un commerciante greco influenzato dai suoi viaggi in Turchia. Ed è proprio da questa intuizione che si sviluppò progressivamente non solo l’uso e il consumo del caffè, ma anche la cultura della bevanda.
La borghesia inglese, mediamente acculturata, gli intellettuali e i commercianti, iniziarono a considerare il caffè – inteso ora come luogo fisico – come un fulcro fondamentale della loro vita lavorativa, punto nevralgico grazie al quale intrecciare collaborazioni, affari, amicizie.
Nei secoli a seguire, le città nelle quali si sviluppò una forte presenza di coffeeshop furono di due tipi. Da un lato quelle marinare, nelle quali il commercio era parecchio sviluppato. Dall’altro quelle legate all’aristocrazia e alla borghesia, da Vienna a Firenze, da Dublino a Torino, e solo successivamente Milano. Appare quindi evidente come il caffè, nei secoli, abbia evoluto il suo significato: non più semplice bevanda, ma vero e proprio simbolo e metafora.
La scienza dice: la pausa caffè aiuta la produttività
Come emerge da una recente ricerca, un lavoratore su tre sostiene di essere troppo impegnato al lavoro per concedersi una pausa caffè. L’aspetto paradossale è che, come si sottolineava in precedenza, un motore che aiuta la concentrazione e la produttività è proprio legato allo staccare la spina, concedendosi qualche minuto di pausa, proprio magari per un caffè.
Anche l’European Food Safety Authority – in un recente paper – ha fatto sua questa nuova impostazione, evidenziando il valore della caffeina sulla capacità di attenzione che un individuo mette in atto. La dose di 75mg – in persone che non ne assumono dosi eccessive – ha due indubbi meriti: aumentare le memoria a breve termine (quella che ci serve per lavorare) e ridurre al minimo il numero di errori nei quali incappiamo.
Caffè, metafora e motore di un nuovo modo di lavorare
Questo genere di istanze sono sempre più pressanti nel mondo lavorativo e altresì viene mostrata sempre più sensibilità rispetto al tema, al punto che molte aziende recepiscono, con forza, misure che vanno in questa direzione. Come ti abbiamo già spiegato, il lavoro sta cambiando, o quantomeno le modalità attraverso le quali questo si articola.
Fino a pochi anni fa il caffè era considerato un luogo fisico “esterno” (ad esempio il bar), mentre ora, con lo sviluppo di workspace sempre più a misura d’uomo, viene integrato all’interno dell’ambiente lavorativo. Negli spazi più moderni è sempre più frequente trovare un’area open space dove rilassarsi, sorseggiandone uno.
Sempre più frequentemente ritroviamo nei luoghi di lavoro vere e proprie aree lounge, dove intrattenersi con i colleghi, seguendo modalità molto più informali. Che il caffè possa indicare una nuova modalità di vita in ufficio è forse un po’ azzardato. Ma, non diversamente dalla storia che ha alle spalle, sicuramente si pone come plastica metafora di un cambiamento radicale. Processo che, nei fatti, è già in corso.
Work Cafè e progettazione
Cosa deve considerare la progettazione?
La cultura del caffè è ora parte integrante nella progettazione di uffici moderni, che ne ha assorbito anche i principi estetici e funzionali. I work café vengono progettati e studiati con sistemi d’arredo modulari e confortevoli, in cui si può realmente lavorare a proprio agio, leggere, trovare un momento di relax o di conversazione, mettendo a disposizione tutto il necessario per svolgere le proprie attività d’ufficio.
Il suo design, deve concentrarsi sull’offrire spazi che consentano alle persone di interagire in modo spontaneo ed essere in grado di adattarsi sia ad ambienti ristretti così come ad aree molto grandi. Anche l’acustica ha la sua importanza perché il work cafè non può essere un ambiente silenzioso, né troppo rumoroso.
Ma soprattutto, l’aspetto fondamentale è la comprensione di esigenze e dinamiche delle persone che lavorano in ufficio.