I bassi ritmati di una canzone hip hop old school, la maestosità della Cavalcata delle Valchirie di Wagner per darsi la carica, un brano allegro per allietare un po’ l’atmosfera alla fine di una lunga giornata: se utilizzi le cuffie al lavoro per ritrovare la concentrazione e diminuire le distrazioni, avrai sicuramente una “playlist da scrivania”, curata in ogni minimo dettaglio.
Se ti ritrovi in questa descrizione, allora fai parte di una delle due fazioni che da anni si schierano pro e contro la musica in ufficio. Una questione annosa ma sempre attuale, che non ha mai trovato una soluzione univoca.
Ascoltare musica può migliorare la produttività
I lavoratori felici sono lavoratori più produttivi.
Su questa affermazione siamo probabilmente tutti d’accordo, ma da cosa dipende la “felicità” di un lavoratore? Secondo un sondaggio della società di consulenza e risorse umane Robert Half, pubblicato su Workforce, tra i tanti fattori da considerare c’è anche la possibilità di ascoltare musica mentre si lavora.
La ragione è molto semplice: quando ci dedichiamo a questa attività il nostro organismo rilascia dopamina, generando un senso di appagamento. Ascoltare musica in cuffia può anche limitare l’impatto dell’inquinamento acustico, proteggere dal continuo brusio e ridurre il rilascio di cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”.
Attenzione però, la musica al lavoro non è per tutti
Come sempre non è tutto oro quel che luccica. Se per un lavoratore il giusto riff di chitarra può essere il miglior incentivo, per un altro può essere fonte di fastidio.
Lavorare e ascoltare musica contemporaneamente significa essere multitasking. È una dote che non tutti possiedono e il primo passo dev’essere una presa di coscienza personale.
Esiste una tipologia di lavoro che sembra mettere d’accordo tutti, anche i più grandi detrattori della musica.
La musica di sottofondo aiuta a essere più produttivi nei lavori ripetitivi.
Gli studi al riguardo sono molteplici. Nel 1972 è stato pubblicato uno dei più citati e alla base di migliaia di ricerche nel mondo, tutte concordi al riguardo.
Gli effetti negativi della musica in ufficio
Quando la musica non arriva dalle cuffie, ma da un altoparlante condiviso il rischio è sempre dietro l’angolo: basta una canzone “sbagliata” per infastidire o distrarre irreparabilmente. È quello che succede spesso nei piccoli uffici, quando non si hanno in comune gli stessi gusti musicali proposti alla radio o dal collega che lavora affianco.
Come già affrontato in queste pagine, l’utilizzo delle cuffie può provocare dei problemi relazionali tra colleghi. Isolarsi potrebbe essere interpretato quasi come un affronto, un voler innalzare una barriera per antipatia o disinteresse nei loro confronti. Se si decide di indossare le cuffie in ufficio, ci si deve assicurare che tale comportamento non infastidisca gli altri cercando un confronto reciproco per una soluzione ottimale.
Che musica ascoltare in ufficio?
Senti il bisogno di isolarti un po’ con la tua musica per lavorare meglio? Ecco qualche consiglio per creare la playlist perfetta!
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Evita brani troppo strutturati
Poche differenze tra alti e bassi, pochi strumenti, un’unica voce. Musica troppo complessa può indurre ad ascoltarla con più attenzione, distraendoti dall’attività in corso. Questa raccomandazione pare non valere per la musica classica!
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Attenzione ai testi
Alle volte è meglio ascoltare musica sconosciuta o con poche parole, per evitare di creare associazioni mentali tra quello che stiamo ascoltando e quello che stiamo facendo. Questa discriminante è particolarmente importante nelle mansioni che hanno a che fare con il linguaggio, come scrivere una mail o un comunicato stampa.
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A ogni attività il suo genere
Secondo uno studio condotto dal quotidiano inglese The Telegraph, la musica classica rende più accurati nelle mansioni matematiche, la pop velocizza il data entry e l’elettronica migliora l’attenzione nel correggere le bozze.
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A ognuno il suo
Ultimo consiglio e forse il più importante: non ascoltare musica che non ti piace, piuttosto spegnila. Non c’è nulla di peggio dell’ascoltare una brutta canzone controvoglia.